Agathe Rosa
Agathe ROSA (Annecy, 1987) vive e lavora a Marseille, FR
L’attenzione di Agathe Rosa si focalizza sull’interazione della luce naturale con l’uomo e il territorio. Esplorando le capacità di questa «materia luminosa», utilizza i processi cognitivi (percezione, sensazione, memoria, rappresentazione) e mette in discussione la nostra concezione di solidità delle cose. Il processo creativo di Agathe Rosa è generalmente avviato da un atto fotografico intuitivo e fondamentale dal quale il lavoro si sviluppa dall’installazione immersiva site-specific al disegno, passando per l’assemblaggio di oggetti, il video o la scrittura.
Il suo lavoro è stato presentato in Francia e all’estero in numerose istituzioni come il “Centro Culturale Italiano” per la Biennale Manifesta13 (Marseille, Fr), il “CNES Chartreuse” (Villeneuve lez Avignon, Fr), il “Museo Helio Oiticia” (Rio de Janeiro, Br), il “Centre Pompidou” (Paris, Fr) o la “Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Raffaele de Grada” (San Gimignano, It).
Il suo lavoro è ricco di collaborazioni tra cui «Prisme» con Emma Grosbois selezionata per la Biennale d’Arte Manifesta 13 (Marseille, FR), «Spazio /nstabile» un progetto curatoriale sviluppato con il suo collettivo italiano «Fare Mente Locale» e selezionato in vari festival di Arte e Architettura in Toscana.
STATEMENT
Sono ai premici di un tutto nuovo progetto che apre la mia ricerca al mondo del vivente e che si sviluppa in collaborazione con degli scienziati della Sorbonne (biologia, botanica e Intelligenza Artificiale).
Il mio progetto è di tessere un legame sensibile e intimo con il nostro ambiente aprendosi ai ritmi di ciò che lo abita.
Le piante, in quanto esseri viventi, formano l’ecosistema in cui vivono. La loro struttura e le loro interazioni costanti creano una sinfonia di vibrazioni specifica dell’ambiente in cui si trovano. La mia intenzione è di rendere visibile lo scambio tra l’essere umano, la pianta e il suo ambiente attraverso una proiezione luminosa la cui forma, intensità e colore dipenderebbe dalle caratteristiche stesse di questa interazione. L’intelligenza artificiale permetterebbe qui di convertire – tra gli altri – i bioritmi di una pianta e di generare in tempo reale un’opera luminosa fluida, mobile e metamorfica: viva.